III. Trümmerfrauen

Sono Gerda.

Quando hanno costruito la torre

gli avevo detto: non andare troppo in alto

la sua ombra toccava le stelle.

Non ho più saputo nulla.

Per anni alla radio hanno letto

il suo nome e quello degli altri

ogni lettera un colpo contro una pietra

ogni nome un suono di polvere.


Il mio nome è Käthe.

Quando è crollata la torre

sono rimasta a letto con i miei figli

dal quinto piano siamo caduti giù insieme alle fiamme

frantumato il libro di fiabe e le mani che lo tenevano

A quelli che ci hanno trovato ho detto

copriteci di pece

copriteci di ciclamini rossi.


Mi chiamo Helga.

Ho cercato tra i mattoni della torre

anima per anima sbriciolata

le ho mescolate con il silenzio.

Ho visto il loro tempo in una scheggia di specchio

l’ho visto scorrere goccia a goccia

colare dalle tempie tra le mie mani

granelli d’argento sulle macerie.


Abbiamo preso i pezzi della torre

li abbiamo lavati, asciugati, stirati

la notte quando il tempo scivola via

le pietre sussurrano: Sei ruhig, bleibe ruhig, mein Kind.


Genesi. Una riscrittura in versi. A cura di Elisa Biagini. Firenze: Gazebo 2005.

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